Antonio Vassalli Eandi

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Antonio Vassalli Eandi

Antonio Maria Vassalli Eandi (1761 – 1825), abate, fisico, matematico e pedagogista italiano.

Memoria sopra il bolide degli 11 settembre 1784 e sopra i bolidi in generale[modifica]

Memoria sopra il bolide degli 11 settembre 1784 e sopra i bolidi in generale, 1786

Incipit[modifica]

La sera degli 11 settembre 1784 alle ore 6, e 55 minuti ritrovandomi al passeggio della Cittadella vidi in un tratto una luce vivissima tra fronda, e fronda simile a quella, che ci riflette la Luna nel primo quarto, ed a cielo sereno; a tal vista subito alzati gli occhi al Cielo, osservai un risplendentissimo globo di luce d'otto oncie di diametro circa, con una coda lunga due volte il diametro, che si moveva da Greco verso Ponente Libeccio con non mediocre celerità, o percorsi 35° circa dal mio Zenit verso Ponente, si divise in due; de' quali l'uno, che avanti si moveva, ritenne quella vivissima luce bianchiccia, e l'altro avea un color di fuoco; essendosi mossi ambedue, con qualche distanza però, per alcuni gradi, sparì il secondo, ed il primo di nuovo si divise in 4, o 5 altri globetti tutti rossegianti, tolto il primo, che ritenne sempre il color primiero; indi quasi in un istante spariti i globetti rossigni, e divisosi un'altra volta il primo in più scintille ogni cosa svanì.

Citazioni[modifica]

  • Quantunque però nelle vicinanze di Torino sembrasse, che essa meteora avesse preso origine dalla collina di Superga, anzi il volgo credesse non essersi di molto elevata sopra de' tetti delle case; pure non vi è dubbio, che ad una grande altezza siasi mossa, avendo fatto mostra di se nella stessa ora in Asti, in Savoia, Susa, Nizza di Provenza, Genova, Modena, Milano ec. [...]. (p. 4)
  • Ora il fuoco elettrico molto più facilmente si spande, quando è co' vapori congiunto, a proporzione, che è più calda l'Atmosfera, e in conseguenza più rarefatta, crescendo in questa proporzione la capacità dell'Atmosfera per contenere maggior quantità di esso fluido, senza che per altro modo si manifesti. E se avvenga, che s'addensino i vapori, diminuendosi la rarefazione dell'Atmosfera, allora viene scemata la capacità, ed essendo l'intensità in ragion inversa della capacità, si manifesta il fuoco elettrico ridondante, che per sua nativa forza d'espandersi ad eguaglianza, si sforza di passare da dove abbonda, ne' luoghi, ove manca [...]. (pp. 9-10)
  • La sera degli 11 verso le ore sei e mezza (scrivevano da Scandaluzza) si vide una fiamma volante, che avea la figura d'un fuoco artifiziale a similitudine d'un razzo illuminato comparsa visibile a poca distanza, che descrivendo una parabolica da Levante a Ponente scoppiò con un gran colpo come di cannone, e con successivo rimbombo, ed ondulazione di tremuoto, che fu molto sensibile. (p. 25)

Bibliografia[modifica]

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