Benedetto Castelli

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Benedetto Castelli

Benedetto Castelli, al secolo Antonio Castelli (1577 – 1644), monaco, matematico e fisico italiano.

Incipit di alcune opere[modifica]

Alcuni opuscoli filosofici del padre abbate D. Benedetto Castelli da Brescia[modifica]

Fu dunque proposto da me con certa occasione un modo col quale uno, che avesse quel difetto nell'organo della vista, il quale fa compartire gli oggetti tanto confusi, come a dire annebbiati, che non si può leggere senza l'aiuto de gli occhiali convessi (accidente solito intravenire alla maggior parte di quegli, che passano quaranta, ò quarantacinque anni in circa) questo tale potesse assai comodamente leggere senza l'uso delli detti occhiali, & il modo fu questo. Presi un poco di carta ordinaria da scrivere di larghezza per ogni verso di tre dita in circa, ed avendole fatto nel mezzo un picciol foro della grandezza della presente figura, feci applicare all'occhio la detta carta, in modo, che l'occhio vedesse gli oggetti, ed in particolare i caratteri d'una scrittura per lo detto foro, e così tutti quelli, che si trovarono presenti esperimentarono, che con questo assai facile artificio si leggeva comodamente la detta scrittura, ed in somma senza cointroversia fu da tutti concesso, che la vista si faceva assai più terminata, e netta co 'l beneficio del foro, che con l'occhio libero; e soggiunsi di più, che se quella carta fosse stata tinta di nero da quella parte, ch'era rivoltata verso l'occhio l'effetto sarebbe ancora riuscito in maggior vantaggio.

Discorso inedito sopra la calamita[modifica]

Che le parti principali, che compongono la gran Macchina dell'Universo, Ill.mo e Rev.mo Sig.re, siano disposte ed ordinate fra di loro con un ordine maraviglioso ed inscrutabile dallo intelletto umano, m'è sempre parsa proposizione tanto vera che non abbia principio nessuno di dubitazione, ed in necessaria conseguenza mi pare che segua, che ancora qualsivoglia particolar Globo, e di questi che si rendono visibili alli occhi nostri, ed anco di quelli, che, o per la gran lontananza da noi, o per la piccola mole loro sfuggono la vista nostra, debba esser composto di parti ordinatissime fra di loro nell'ottimo, ed eccellente grado, non potendo mai essere un tutto ben disposto ed ordinato, se le due parti non stiino ancora costituite in una ordinatissima costituzione.

Bibliografia[modifica]

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