Coluccio Salutati

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Immagine che ritrae Coluccio Salutati (da un codice della Biblioteca Laurenziana a Firenze)

Lino Coluccio Salutati (1331 – 1406), politico e letterato italiano.

Citazioni di Coluccio Salutati[modifica]

  • La poesia presuppone tutto il trivio, il quadrivio, e tutta la filosofia, e il sapere umano e divino, e tutte le scienze. (Difesa della poesia, dalle Lettere, a Giovanni Dominici)

Difesa degli studi letterari: la grammatica[modifica]

  • Anche se un pagano, un pubblicano [riferimento a una setta eretica dei Catari albigesi e non agli esattori delle tasse] un eretico, un uomo macchiato da ogni delitto, ha detto la verità, o ha coltivato un'arte irreprensibile, le cose giuste dette da lui non si possono condannare per le colpe del loro autore.
  • Qualunque sia la facilità o la difficoltà d'imparare la grammatica, provati a confrontare la rozza fede con la cultura. Un Cristiano ignorante saprà a stento che cosa credere.
  • Senza cultura letteraria, si può, ne convengo, avere sincerità di fede; ma non si può intendere la Scrittura, non le esposizioni e le tradizioni dei dottori, a mala pena comprensibili per i letterati...

La famiglia[modifica]

  • È necessario confessare che, se non si voglia annullare ciò che in noi la natura ha prodotto, tutti gli uomini sono naturalmente obbligati a procreare.
  • Chiunque, in una voluta sterilità, venisse meno al dovere della generazione sarebbe ingiurioso a sé e ai suoi, maligno verso il genere umano e ingratitissimo verso la natura.
  • Il matrimonio, che è un comandamento divino, un sacramento della Chiesa, il legittimo principio del genere umano, il vincolo della società umana! L'unione dell'uomo e della donna è il primo legame e il primo nodo della specie umana; per questo, a proposito dei coniugi, leggiamo nella Scrittura: saranno due in una carne sola.
    E poiché di tale unità l'artefice è Dio, il comando evangelico suona: coloro che Dio ha congiunto, l'uomo non divida.

Citazioni su Coluccio Salutati[modifica]

  • Ben presto, si volse agli studi giuridici, per dedicarsi finalmente soprattutto alla retorica e alla filosofia morale. Cancelliere dei Signori a Firenze dal 1374, fiero avversario dei Visconti che temevano le sue lettere più di un esercito, esaltatore della Florentina libertas, che nella invettiva contro Antonio Loschi è celebrata erede della Romana libertas, il Salutati fu continuatore in Firenze e in Italia dell'impulso petrarchesco, e le sue lettere, insigne monumento di pensiero, largamente circolanti nella penisola, bandirono dovunque l'annuncio di una cultura rinnovata. (Eugenio Garin)
  • Il primo dei suoi trattati morali, il De saeculo et religione, [...], ci appare a prima vista, con la negazione del mondo e l'esaltazione dell'ascesi, in stridente contrasto con la sua insistente celebrazione della vita civile, del dovere dell'uomo verso l'uomo, della solidarietà umana. [...]. Tuttavia anche quando il Salutati parla della religione tende ad accentuare la lotta mondana e il vincolo umano di carità; non esalta tanto il trionfo celeste quanto la prova terrena. Dolore e peccato sono la realtà di questo mondo, che non è, certo, solo sofferenza, ma che è, inannzitutto, sofferenza illuminata da speranza. Se non si combatte nell'arena terrestre, non ci si apre la via alla città della pace. (Eugenio Garin)

Bibliografia[modifica]

  • Coluccio Salutati, Difesa degli studi letterari: la grammatica, dalle Lettere, a Giovanni Dominici, Letteratura Italiana, Fratelli Fabbri Editori, Milano, 1965.
  • Coluccio Salutati, La famiglia, dalle Lettere, Letteratura Italiana, Fratelli Fabbri Editori, Milano, 1965.

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