Deifobo

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Deifobo, personaggio della mitologia greca.

Citazioni di Deifobo[modifica]

  • Enea mio caro, | ha l'amor tuo vèr me compíto a pieno. | Ma l'empio fato mio, l'empia e malvagia | argiva donna a tal m'ha qui condotto; | e tal di sé lasciò memoria al mondo. | Ben ti ricorda (e ricordar ten dèi) | di quell'ultima notte che sì lieta | mostrossi in pria, poi ne si volse in pianto, | quando il fatal cavallo il salto fece | sopra le nostre mura, e 'l ventre pieno | d'armate schiere ne votò fin dentro | a l'alta ròcca. Allor ella di Bacco | fingendo il coro, e con le frigie donne | scorrendo in tresca, una gran face in mano | si prese, e diè con essa il cenno a' Greci. | Io dentro alla mia camera (infelice!) | mi ritrovai sol quella notte; e stanco | di tante che n'avea con tanti affanni | vegghiate avanti, un tal prendea riposo | che a morte più che a sonno era simíle. | Fece la buona moglie ogn'arme intanto | sgombrar di casa, e la mia fida spada | mi sottrasse dal capo. Indi la porta | aperse, e Menelao dentro v'accolse, | così sperando un prezïoso dono | fare al marito, e de' suoi falli antichi | riportar venia. Che più dico? Basta | ch'entrâr là 'v'io dormia; e con essi era | per consultore Ulisse. (Publio Virgilio Marone, Eneide)
  • Non ti crucciare, o del gran Delio amica, | ch'or or da voi mi tolgo, e mi ritiro | ne le tenebre mie. Tu, nostro onore, | vatten felice, già che scòrto sei | da miglior fato; e meglio te n'avvenga. (Publio Virgilio Marone, Eneide)

Citazioni su Deifobo[modifica]

  • Deífobo, di Prïamo il gran figlio, | vide ancor qui, che crudelmente anciso, | in disonesta e miserabil guisa | avea le man, gli orecchi, il naso e 'l volto | lacerato, incischiato e monco tutto. (Publio Virgilio Marone, Eneide)

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