Domenico Morelli (pittore)

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Autoritratto del Morelli

Domenico Morelli (1823 – 1901) – pittore e politico italiano.

Citazioni di Domenico Morelli[modifica]

  • La vita di un uomo, massime d'un artista, non va ben compresa, se non si confronta ai tempi ed alla società in cui trascorse, perché, come talvolta l'ambiente circostante aiuta l'ingegno a trovare la manifestazione esteriore che gli è più adatta, così tal,altra lo frastorna, gli oppone ostacoli e lo devia dal vero. Allora avviene, che, sebbene l'uomo si lasci vincere dalla corrente, nondimeno, nell'intimo dell'animo sente una scontentezza e una secreta lotta, dalla quale tenta invano di cavarsi fuori. Allora, questo scontento, questa lotta delinea la sua personalità morale e costituisce l'arcano della sua esistenza. Onde, chi vuol conoscere compiutamente quest'uomo deve investigare appunto i penetrali dello spirito di lui; ed allora gli accadrà spesso di sorprendere sé medesimo in una simile interrogazione: forse che costui non era nato per essere maggiore di ciò che è apparso? forse che le sue opere non sono inferiori al suo pensiero, alla sua cultura, al suo ingegno? Se fosse nato in altro tempo, in un diverso andamento di studii, di opinioni, di gusto artistico, che cosa non sarebbe egli divenuto? E così, mentre di certi uomini avviene che la vista delle loro opere ci faccia nascere un concetto superiore al vero essere di quelli, e quando li conosciamo meglio si attribuisce in parte al caso la loro riuscita, di certi altri uomini invece ci accorgiamo, abbracciando con lo sguardo tutta la loro personalità, che furono diversi da quel concetto che possiamo formarcene, mirando le loro opere esteriori. Or così a me pare che debba guardarsi la vita artistica del nostro compianto amico: non solo nelle sue opere; anzi meno nelle sue opere che in tutto lui stesso, nel contrasto del suo ingegno di artista, nel secreto scontento che forse lo accompagnò sino alla tomba. [1]

Citazioni su Domenico Morelli[modifica]

  • Derivato anche lui dalla nuova scuola, se ne fece maestro, poiché ai principii naturalistici dell'arte nuova aggiunse un alto sentimento di poesia, il quale rivela l'artista assai più del pittore. La sua indole fantastica egli la esprimeva non solo nell'arte del dipingere, ma anche, vorrei dire, nel dipingere l'arte. (Raffaele de Cesare)
  • Il Morelli è gentile di modi come di animo, nonostante la ruvida scorza e la brusca apparenza. Parla con una certa nervosità quasi dispettosa, con una concentrazione assidua del pensiero, muovendo la mano destra come se questo pensiero gli stesse davanti e ch'ei lo martellasse e lo tenesse fermo a quel posto. Ha nella voce quelle note profonde, qualche volta sorde che sono proprie di tutti quelli che pensano molto e che sono avvezzi a ragionare fra se. Lotta col pensiero ribelle, lo piega, lo rivolge, lo spezza a sua posta, lo vuole schiavo. Quando non lo soccorre pronta la parola italiana, si serve senza scrupolo del dialetto; e così il suo linguaggio è caldo, colorito, efficace, con quei guizzi di luce e con quelle ombre paurose, che hanno anche i suoi dipinti. Anche parlando dipinge. (Federigo Verdinois)
  • Il suo aspetto, la sua maniera di vestire, la sua voce, il lampo dei suoi profondi occhi neri, un senso di mistero, che egli dava alle sue parole, facevano di lui una specie di mago: qualità tutte, delle quali egli possedeva piena coscienza e di cui si serviva abilmente per trasfondere il suo pensiero in quello dei giovani. Viaggiando molto in Italia, e rappresentando egli quella scuola che da Napoli traeva origine, diffuse fra i giovani artisti italiani di quel tempo il nuovo verbo, ond'è che presto la sua fama divenne più italiana che napoletana. (Raffaele de Cesare)
  • Nessuna invidia in Domenico Morelli, quell'invidia che pure lacerò il sommo Tiziano pel Tintoretto; nessuna invidia; bensì calda ammirazione per il merito degli altri. (Raffaello Barbiera)
  • Non si direbbe, ma è un fatto che il Morelli è stato tintore di seggiole, prete, soldato, meccanico, e facchino. Finalmente è venuto fuori l'artista. Fanciullo, orfano del padre, la madre lo tirava su per gli ordini sacri; ma né il fanciullo voleva, né i danari bastavano. Allora disse la madre, dissero i parenti: – Diamogli un mestiere lucrativo. – [...].
    Aveva dentro di sé tutto un mondo di linee, di colori, di forme. Troppa roba per metterla in ordine sotto la guida di un maestro. Un giorno disse: – Voglio esser pittore. – E il fatto è che questo voglio l'ha detto sempre. Quel che è ora, ha voluto essere: ha lottato, ha vinto, ha la coscienza di questa vittoria. Gli si legge la volontà sicura e ostinata nelle ciglia aggrottate e in quel solco profondo che le divide. (Federigo Verdinois)
  • Sceneggiatore insuperabile e anche melodrammatico, animo ardente la cui fiamma troppo spesso si spegneva nel sospiro d'un bozzetto. (Ugo Ojetti)

Note[modifica]

  1. Alla commemorazione dello scultore Tito Angelini; citato in Primo Levi, Domenico Morelli nella vita e nell'arte, Casa editrice nazionale Roux e Viarengo, Roma-Torino, 1906, Parte prima, p. 1.

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