Luteranesimo

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Citazioni sul Luteranesimo e sui luterani.

Citazioni[modifica]

  • Io credo che le intenzioni di Martin Lutero non fossero sbagliate: era un riformatore. Forse alcuni metodi non erano giusti, ma in quel tempo, se leggiamo la storia del Pastor, per esempio – un tedesco luterano che poi si è convertito quando ha visto la realtà di quel tempo, e si è fatto cattolico – vediamo che la Chiesa non era proprio un modello da imitare: c'era corruzione nella Chiesa, c'era mondanità, c'era attaccamento ai soldi e al potere. E per questo lui ha protestato. Poi era intelligente, e ha fatto un passo avanti giustificando il perché faceva questo. E oggi luterani e cattolici, con tutti i protestanti, siamo d'accordo sulla dottrina della giustificazione: su questo punto tanto importante non aveva sbagliato. (Papa Francesco)
  • [Sull'interesse per il Luteranesimo] Io non ero affascinata dal contenuto dei testi, ero rapita dalla meccanica con la quale un'innocua stampa su un foglio di carta è riuscita a scatenare una rivoluzione, trasformando una delle tante eresie del cristianesimo in una religione capace di contendere la parola sacra alla Chiesa cattolica. Un'intuizione geniale, basata sul fatto che le persone potevano finalmente leggere la traduzione della Bibbia e si passavano dei libelli di mano in mano. La disintermediazione e la viralità, diremmo oggi. (Nadia Terranova)
  • Mai non si conobbe tanto la malignità del veleno che contenevano i principî della riforma luterana, che quando se ne videro le ultime conseguenze, applicate non più esclusivamente alla sfera religiosa, ma all'ampio campo della politica. Una di queste conseguenze la più manifesta senza alcun'ombra di dubbio vuolsi considerare la francese rivoluzione, applicazione rigorosa delle dottrine dei riformatori del secolo XVI. (Johann Baptist Alzog)
  • Per differenziare la specie umana valgono sopratutto le idee religiose, assorbite con avidità o lentezza, o rifiutate senz'altro, o trasformate a seconda delle razze, la cui diversa origine è attestata per altra via dagli indici cefalici e dai dialetti.
    Propagandosi variamente tra le popolazioni dell'Europa settentrionale, la riforma luterana differenziava le razze germaniche da quelle celtiche; l'immane tragedia odierna[1] rivela la profondità dell'abisso che, malgrado l'uniforme vernice di coltura, esisteva fra la Prussia e la Baviera. (Giacomo Boni)

Paolo Sarpi[modifica]

  • Dopo molte dispute, nelle quali i teologi attribuivano a sé soli la decisione, trattandosi di cosa di fede, et i giureconsulti se l'appropriavano quanto alla forma di giudicio, fu proposto composizione tra loro, distinguendo il negozio in tre parti: la dottrina, i libri e la persona. Della dottrina, concessero i canonisti che si condannasse senza citazione; della persona, persistevano in sostenere che fosse necessaria; però non potendo vincer gli altri, che insistevano con maggior acrimonia e si coprivano col scudo della religione, trovarono temperamento che a Martino fosse fatto un precetto con termine conveniente, che così si risolverebbe in citazione. Delli libri fu più che fare, volendo i teologi ceh insieme con la dottrina fossero dannati assolutamente, et i canonisti che si ponessero dal canto della persona e si comprendessero sotto il termine. Non potendosi accordar in questo, fu fatto l'uno e l'altro: prima dannati al presente, e poi dato il termine di abbruciarli.
  • Primieramente quelli che avevano abbracciate le opinioni di Lutero volevano il concilio con condizione che in quello tutto fosse deciso e regolato con la Scrittura, escluse tutte le constituzioni pontificie e le dottrine scolastiche, perché così tenevano certo non solo di difender la loro, ma anco che ella sola dovess'essere approvata. Ma un concilio che procedesse come era fatto per 800 anni inanzi non lo volevano, e si lasciavano intendere di non rimettersi a quel giudicio.
  • Queste cose così incerte allora e che non avevano altro fondamento che la bolla di Clemente VI fatta per il giubileo del 1350, non parevano bastanti per oppugnar la dottrina di Martino Lutero, risolvere le sue ragioni e convincerlo [...]. Questo diede occasione a Martino di passar dalle indulgenze all'autorità del pontefice, la qual essendo dagli altri predicata per suprema dalla Chiesa, da lui era sottoposta al concilio generale legitimamente celebrato, del quale diceva esservi bisogno in quella instante et urgente necessità; e continuando il calore della disputa, quanto più la potestà papale era dagli altri inalzata, tanto più da lui abbassata. [..] E per l'istessa ragione fu anco messa a campo la materia della remissione de peccati e della penitenza e del purgatorio, valendosi di tutti questi luoghi i romani per prova delle indulgenze.

Note[modifica]

  1. Allusione alla prima guerra mondiale.

Voci correlate[modifica]

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