Maria Luisa Spaziani

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Maria Luisa Spaziani

Maria Luisa Spaziani (1922 – 2014), poetessa italiana.

Citazioni di Maria Luisa Spaziani[modifica]

  • Andammo dunque [con Eugenio Montale] Ponte del Gatto, sulla sponda opposta del Po dove sorgeva la vecchia Fiat Lingotto. [...] Capitò che la chioma lussureggiante di una fila di sambuchi si riversasse sulla strada da un muro sbrecciato. Il fiore di sambuco è da sempre una delle mie passioni con il mughetto e il lillà: a guardarlo con attenzione vi si può scorgere lo stellato notturno, con piccolissimi bocci a raggiera, un incanto. E forse per questo, fra le poesie di Montale che da sempre sapevo a memoria, privilegiavo un endecasillabo di straordinario accento: "Alte tremano guglie di sambuchi"[1]. Montale si accorge della bellezza di quella visione e si ferma di botto: "Che bel fiore, che cos'è?". Io do un urlo di belva ferita: "Come sarebbe a dire che cos'è? Eugenio, stai scherzando? Quelli sono sambuchi!" Lui mi guarda stupito per la mia reazione e dice: "E con questo?" Non potevo crederci: ne aveva fatto una splendida immagine in poesia eppure non era in grado di riconoscere un sambuco in natura."[2]
  • Se devo contare il nome delle presenze illuminanti e dei nostri più cari emblemi nel campo della poesia e del pensiero (non più del numero di petali di una margherita) il nome di Mario Luzi sarà sempre essenziale e benedetto.[3]
  • È un paradosso: la danza e la poesia sono tanto simili quanto profondamente diverse, ma al di là di struttura e contenuti emotivi sono unite dal ritmo. D'altronde il ritmo è sovrano di tutte le cose che hanno senso a questo mondo.[4]
  • Ho scritto L'occhio del ciclone, una raccolta di poesie ispirate alla Sicilia, ma non una Sicilia folcloristica bensì una Sicilia primordiale, quando non esistevano le case, le persone, nemmeno le religioni, dunque colta nel momento germogliante della nascita di una civiltà. Ho amato e amo moltissimo la Sicilia.[5]
  • [Sul Premio Internazionale Eugenio Montale] La specifica di questo Premio consiste, oltre all'eccellenza della Giuria, nel fatto unico che la scelta dei migliori concorrenti avviene in un arco di lavoro di dodici mesi e si appoggia all'Archivio Biblioteca, strumento a sua volta ideato per raccogliere e documentare, i testi creativi e critici dall'inizio del secolo in poi anche nei rapporti con le altre lingue europee (traduzioni in italiano compiute da traduttori poeti) e che viene aggiornato con apporti diversi: cassette, videocassette, materiale iconografico e, nel corso del tempo, manoscritti, carteggi e simili. Altra caratteristica del Premio è quella di essere itinerante, per portare il messaggio montaliano in varie regioni.[6]
  • Mi ritrovo l'onore di essere, io che scrivo, il presidente del Premio e del Centro, vicina dalla fondazione ad alcuni di quelli che sono stati miei maestri. Montale venendo a Roma per il Senato, quando fu nominato da Saragat senatore a vita, incontrava sovente molti di loro. Già allora, vincendo la sua grande ritrosia sull'argomento, Mario Luzi ed io eravamo riusciti a convincerlo sulla necessità di evitare possibili abusi del suo nome al momento della sua scomparsa, o piccoli premi vanitosi o interessati, come era capitato all'inizio nel caso di Ungaretti e di Quasimodo. Si trattava di prevedere, e nelle sue maggiori voci delineare, un organismo che salvasse e tramandasse la voce di Montale e, insieme, il "credo" della sua poesia nei valori positivi e negativi, come antidoto alle avanguardie eversive e coatte, e insieme una voce moderna ed europea che superasse le superstiti barriere accademiche.[7]
  • [Sul Premio Internazionale Eugenio Montale] Ogni anno all'inizio di marzo (e intanto sono cominciate le letture e le prime scelte dei concorrenti-soci, che hanno la precedenza sulle scadenze del bando) io mi accingo a scrivere la breve prefazione dell'antologia dei "Sette del Montale inediti" premiati l'anno prima e che il 10 giugno 2000 verrà presentata a Sanremo. Ogni anno mi piace molto quest'impegno al quale da sempre mi delegano i miei compagni di giuria. È un appuntamento rituale che mi dà una grande gioia, impegnativo, affettuoso e critico insieme.[8]
  • Perché mi sono innamorata della Sicilia: seppur da pendolare, andando su e giù tutti i mesi, ho vissuto ventotto anni in Sicilia, e quindi ho acquisito una quantità di sensibilità nuove e di conoscenze, di amicizie, di avventure. Alcune amicizie sono nate con personaggi storici. Uno è Leonardo Sciascia, a cui devo moltissimo, anche se non nel campo della poesia. Mi dava però consigli, mi seguiva. Poi Lucio Piccolo, un personaggio straordinario, cugino di Tomasi di Lampedusa. Poi soprattutto Gesualdo Bufalino, uno dei più grandi scrittori del Novecento. Era un uomo dalla cultura infinita. Fino a sessant'anni non aveva pubblicato niente, non si era manifestato, perché in lui c'era tanta modestia quanto molto orgoglio. Diceva che nessuno avrebbe capito i suoi scritti, che doveva aspettare che il tempo passasse. Non si era mai sentito in grado di dare alle stampe i suoi romanzi. Quindi [mi sono innamorata] per la presenza di questi meravigliosi amici, alcuni dei quali mi facevano l'onore di venire alle mie lezioni, cosa che è uno dei più grandi orgogli della mia vita.[5]
  • [Su Lillo Gullo] Un fresco naturalismo di quadrelle vivacemente colorate, talvolta, come in Odorosa penombra, di amabile rilievo cavaraggesco. Dopo tante poesie che negli ultimi anni hanno privilegiato il negativo, l'oscuro, il minimalismo o il rassegnato, ecco un giovane che "canta" la gioia della convivenza umana tra il fraterno e l'erotico sullo sfondo di una natura decisamente amica. Una metrica leggera di eccezionale grazia e musicalità convoglia sentite e comunicative visioni di "piaceri terrestri" eppure "celesti". Mi piace segnalare l'ariosa ironia di Rimario (Le labbra, ad esempio, sono una rima).[9]

Dibattito: Che cos'è la libertà di pensiero

La Fiera Letteraria, aprile 1973.

  • Non si rischia, all'atto pratico, di darne un'interpretazione un po' troppo platonica? Quali dovrebbero essere i confini tra la libertà di pensiero e la libertà d'azione? Di quanto si può impunemente varcare il perimetro del foro interiore? [...] Intendo libertà di vivere, di muoversi, di dialogare e lavorare secondo una certa ideologia, secondo un certo pensiero, e secondo sfumature e varianti che possono (anzi, dovrebbero) non corrispondere ad altrettanti partiti e confessioni riconoscibili.
  • [«Ritiene che tutti i pensieri debbano essere espressi senza che chi li esprime corra rischi di sorta?»] A questo punto dirò la frase alla quale i vostri ventidue intervistati ricorreranno ventidue volte nel corso di queste interviste: la nostra libertà finisce dove comincia la libertà, ossia il diritto, degli altri.
  • Battersi per difendere la libertà di pensiero (o tout court la libertà) del nostro prossimo, è il cardine di ogni etica individuale o di un gruppo, la conditio sine qua non di una società che aspiri a differenziarsi da quella degli sparvieri. Ma vorrei vedere la risposta di qualcuno che dichiarasse «di non essere disposto».

Aforismi[modifica]

  • Devi sentirti libera, mi disse. Ti autorizzo io.
  • Dio è morto? E se fosse soltanto ibernato?
  • E ora parliamo un po' di te. Mi ami?
  • Guardati dai cretini di talento.
  • Invecchiare non sarà niente se nel frattempo saremo rimasti giovani.
  • L'aforisma è una scheggia d'universo. Ricostituire la vetrata è un po' più difficile.
  • Lo sposi per attrazione sessuale? Vuoi costruire la casa cominciando dal tetto?
  • Nessuno è più odioso di chi si ostina a voler avere ragione e poi in effetti ce l'ha.
  • Peccato che il peccato sia obbligatorio.
  • Se giri in tondo fissandoti la coda, inutile offrirti orizzonti.
  • Sono sincera, ma non per questo devi credere che io dica la verità.

Poesie 1954 - 1996[modifica]

Incipit[modifica]

Non fare che ti tocchi
l'ansito cupo, il battito sulfureo
che dalla terra mascherata,
primavera, si svincola feroce.

Corri, stagione, sul tuo filo azzurro
di polline e di vento.

Cielo per noi sarebbe
fin la maceria sotterranea
se nei meandri sconosciuti, tetri
come le nostre viscere,
il dilagante fiore nero
per noi felici maturasse in segreto.

Citazioni[modifica]

  • Il caprifoglio, il glicine, il papavero, | la ginestrella, l'eucalipto, il cappero, | il nespolo, la zágara, la vite: | triplice trinità peloritana | fra le ossidiane ruvide di sale. || Strano esistere immobile che genera scintille. | Insieme metteremo solidissime | radici dentro il blu del grecale. (Isola di Salina; in La stella del libero arbitrio, p. 239)
  • La memoria è un formaggio con i buchi, | la mastichi insieme ai suoi vuoti, | è la luna nel massimo fulgore, | nei falcetti o nel buio novilunio – || è la scatola nera in cui si pigia | tutto ciò che è accaduto... | (Si celano all'interno benedetti | fantasiosi infedeli scrivani.) (Scatola nera; in I fasti dell'ortica, p. 269)
  • Spesse lenzuola di foglie di platani. | Letarghi ci risucchiano all'inverno. | Smetterò di assorbire colori. | Sprofonderò nei libri. || O in profonde lenzuola di lino | sognerò quelle foglie sui rami. | Tu a risalire aiutami, a trovare | ogni verde perduto. (in I fasti dell'ortica, p. 288)

Note[modifica]

  1. Dalla poesia Flussi, 7° verso; in Eugenio Montale, Ossi di seppia 1920-1927, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1987, p. 109.
  2. (Da Montale e la Volpe, Oscar Mondadori, Milano, 2011, pp. 22-23. ISBN 978-88-04-61122-6
  3. Citato in Dalle Giubbe Rosse al Premio Montale, Poesia, Crocetti Editore, n. 193, aprile 2005.
  4. Citato in Marco Andreetti, Danza e poesia, le Muse gemellate, Corriere della sera, 5 maggio 2003, p. 57.
  5. a b Dal video Innamorata della Sicilia e di Parigi, Scrittoriperunanno.Rai.it.
  6. Citato in Che cos'è il Centro Montale, Brochure del Centro Internazionale Eugenio Montale, Roma, 1997, p. 2.
  7. Da Il Centro Montale, presentazione di Vent'anni di poesia. Antologia dei poeti premiati 1982-2002, con un intervento di Mario Luzi, Passigli Editori, Firenze, 2002, p. 7.
  8. Dalla prefazione a 7 Poeti del Premio Montale, Crocetti Editore, Milano, 2000, p. 5. ISBN 88-8306-024-5
  9. Dalla prefazione a Lillo Gullo, Il disertore, citato in Antonio Chiaravallotti, Annalisa Comes, Vittorino Curci, Lillo Gullo, Paola Mastrocola, Stefano Staffieri, Franco Trinchero, 7 Poeti del Premio Montale, Crocetti Editore, Milano, 2000, p. 8. ISBN 88-8306-024-5

Bibliografia[modifica]

  • Maria Luisa Spaziani, Aforismi, 1993, in Gino Ruozzi, Scrittori italiani di aforismi, Arnoldo Mondadori Editore, 1994.
  • Maria Luisa Spaziani, Montale e la Volpe, Oscar Mondadori, Milano, 2011. ISBN 978-88-04-61122-4
  • Maria Luisa Spaziani, Poesie 1954 - 1996, Oscar Mondadori, Milano, 2000. ISBN 88-04-47669-9

Voci correlate[modifica]

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